Gaeta 1 aprile 2018, dopo la violenta tempesta di ieri, di cui abbiamo riportato in anteprima la notizia, e nella quale hanno avuto la peggio due finnisti su due Finn (imbarcazione a vela di piccole dimensioni), abbiamo avuto in esclusiva la cronaca del naufragio e del successivo salvataggio, raccontata proprio da uno dei 2 Naufraghi, il regatista Ettore Thermes (foto).
È proprio lui in prima persona che racconta alla redazione di GaetaMedievale.com quanto accaduto.
Mettetevi comodi e leggete questa avventurosa fortunata “Cronaca di un naufragio”.
“Faccio regate ed esco in mare dal 1982, d’estate e d’inverno con tutte le condizioni. Quello che ho visto oggi però non lo avevo mai vissuto. La giornata è iniziata con 50 km di bici con Paolo Cisbani che di naufragi ne sa anche lui qualcosa (il peggiore su una diga in Repubblica Ceca 30 anni fa). Arriviamo allo Yacht Club Gaeta alle due e il vento e leggero. Paolo Parenti e già fuori e ci manda un video, 6 7 nodi. Le previsioni sono 15 18 dalle 4 in poi. Perfetto per allenarsi prima della regata di Coppa Italia qui a Gaeta fra 15 GG. Armiamo e’ usciamo con calma dopo le 4. Appena fuori il porto 15nodi, io scuffio da sciocco per disattenzione. Addrizzo e ci spariamo dritti verso il Caposele a palla, il vento rinforza e cominciamo a stringere per evitare la poppa piena. Paolo Parente è rientrato, siamo solo in due. Davanti al Caposele ci fermiamo per iniziare a salire, chiedo a Paolo quanto vento c’è lui dice 20 25. Business as usual, siamo entrambi finnisti che vanno meglio con vento che con ariette.
Dal Caposele per salire verso Gaeta e’ una bella bolina piena di 2 miglia. Il cielo è grigio ma tutto tranquillo. Iniziamo a salire, le barche hanno circa la stessa velocità poi io allungo un pochino e ne sono felice. Stesse vele ma Paolo e’ più allenato e in questo ultimo mese nei test ha camminato bene anche contro i migliori. Passiamo davanti Vindicio ci sono windsurf con le vele piccole, verso la fine di Vindicio Paolo mi strilla che sta arrivando un temporale che non avevo visto. La strada per rientrare in porto e’ cmq la stessa. Passano un paio di minuti e senza accorgerci arriva l’inferno. Avevamo bolinato tenendoci a terra e siamo forse a 300 mt da riva ma il vento viene da lì. A 40 nodi il Finn lo tieni, devi stare attento. A 45 il mare nebulizza.
Le prime botte sono potenti, mi tolgono il cappello dalla testa che è ben stretto ma lo acchiappo al volo. Barche senza controllo praticamente seduti sulla poppa cercando di tenerle al vento ma non si riesce, come perdi il controllo e la barca poggia il riaschio e’ che sbanda il boma finisce in acqua e scuffi. Il problema con probabilmente oltre 50 nodi e che se scuffi le probabilità che la barca ti scappa via sono alte e restare in mare alle 6 di pomeriggio nel golfo di Gaeta con 15 miglia di acqua sottovento significa pericolo di ipotermia e di non essere trovati. Io riesco a tenere la barca in qualche modo mentre la vela di Paolo va in brandelli, poi lui scuffia e da esperto che è non cerca di addrizzare la barca ma ci sale a cavallo tenendosi alla deriva. L’immediatezza della botta non ci ha nemmeno permesso di legarci al piede la coda della scotta. Se la barca ti parte il rischio per la vita è davvero alto in quella situazione ci sono già passato al Lago di Garda restando mezz’ora in 10 gradi. Cerco di tenere ma alla fine scuffio anche io ma la barca non va giù ed inizio a combattere con l’albero per mandarla giù ma il vento tiene la barca a 90 gradi. Il problema è che se me la riaddrizza comincia ritolare e probabilmente ti scappa via. In queste situazioni l’unica cosa da non fare e preoccuparsi. Devi stare tranquillo e consumare meno energie possibili anche per essere concentrato a fare le cose giuste. Riesco dopo un po’ a mandare giù l’albero è salgo finalmente sullo scafo dopo aver mollato la scotta della deriva. A cavallo della barca con la deriva in mano la barca si mette a 90 gradi rispetto al vento con il boma sott’acqua verso il vento e nella sua direzione. L’acqua nebulizza. Sarei curioso di sapere quanto, sicuramente 50 ma secondo me di piu’. Sei lì e ti domandi quando passa, le botte di vento non durano mai oltre mezzora passa il fronte e cala. Mi giro e vedo Paolo a 100 mt chiaramente impossibile comunicare ma capisco che come me sta tranquillo e aspetta. Io sto andando dritto verso l’allevamento delle cozze il che significa fermarsi in qualche modo facendo danni più o meno ingenti. Paolo e’ sottovento e fuori linea. Dopo un po’ vedo la sirena blu della Guardia Costiera che mi raggiunge. Mostro il pollice e a quel punto provo a raddrizzare la barca visto che ci sono loro (più tardi saprò che la GC salva il naufrago ma non la barca per cui salire da loro significa perdere la barca, assurdo). Riesco a riaddrizzarla e’ in quel momento il vento e’ calato a 30 nodi per cui mi avvio vedendo loro che vanno verso Paolo ancora Caballero. Mi accorgo che anche la mia vela e’ strappata, non in brandelli come quella di Paolo per cui riesco a navigare. Arriva anche Luca Simeone con il gommone che era stato avvisato da vari circoli e dal nipote fidanzato della nostra olimpionica Alice Sinno che è a Palamos per la World Cup. Do ok e Luca raggiunge Paolo che poi traina. In porto ci mostrano la foto della tromba d’aria passata di fronte Serapo, praticamente 3 4 miglia sopravvento a noi. In doccia Paolo mi dice che ha recitato il rosario mentre era a cavallo della barca.
Anche oggi non è stata la nostra giornata. Evviva la vita. https://www.gaetamedievale.com“
Ettore Thermes – Riproduzione riservata