Festa della Vendemmia 2024 Casale Del Giglio – Anche quest’anno grande successo

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Ottobre 2024 – Le Ferriere, Latina: Come di consueto negli ultimi anni, è ormai divenuto un prestigioso e immancabile appuntamento quello con la Festa della Vendemmia, che anche nel 2024, l’Azienda Agricola Casale del Giglio ha organizzato nella propria tenuta in Località le Ferriere a Latina.

 

L’Azienda è stata creata nel 1967 dalla Famiglia Santarelli che rimase affascinata dall’Agro Pontino, un’area assai ricca di testimonianze storiche, che  hanno portato alla luce la Via Sacra (fine del VI sec. a.C.), accesso dell’antica città di Satricum verso il mare, dove sull’acropoli si trovava il tempio della dea dell’Aurora Mater Matuta.

Casale del Giglio è indiscutibilmente una delle realtà vitivinicole più rinomate e ben radicate nel territorio laziale, precisamente nell’Agro Pontino, in provincia di Latina. Era il 1967 quando Dino Santarelli con visionarietà, decise di investire in questa zona che rappresentava all’epoca un ambiente nuovo e vergine, tutto da esplorare, soprattutto dal punto di vista vitivinicolo.

Casale del Giglio sorge a Le Ferriere, vicino all’antica città di Satricum, a 50 chilometri a sud di Roma e a poca distanza in linea d’aria dal Mar Tirreno che, con le sue brezze fresche e salmastre, impreziosisce il corredo aromatico delle uve, accompagnandole fino alla completa maturazione. Oggi questa realtà, simbolo del Lazio enologico nel mondo, conta 164 ettari vitati nel comprensorio dell’Agro Pontino e una sempre più viva e crescente approvazione sia sul mercato nazionale che internazionale, testimoniata dai numerosi riconoscimenti segnalati dalle principali guide di settore. La famiglia Santarelli, dagli anni Novanta si avvale della consulenza enologica di Paolo Tiefenthaler, che ha intrapreso un intenso progetto di ricerca e sperimentazione.

L’obiettivo che ha a cuore Casale del Giglio nella sua linea di produzione è quello di valorizzare e interpretare le varietà autoctone nel terrorio laziale. Merlot e Petit Verdot da Bordeaux, Petit Mansang dalla Guasconia e Viognier e Syrah dalla Valle del Rodano, queste uve dal respiro internazionale si sono perfettamente adattate al terroir dell’Agro Pontino e al suo microclima, influenzato positivamente dal Mar Tirreno.

I risultati raggiunti sono sorprendenti e garanzia stabile di qualità, vendemmia dopo vendemmia, in grado di trasportare la mente del bevitore in comprensori vinicoli lontani, pur rimanendo ancorato alla territorialità laziale. Ma il progetto della famiglia Santarelli non si ferma qui: anche le varietà autoctone della regione, in primis il Bellone, hanno il merito di essere tenute in considerazione ed esaltate nella loro ricchezza aromatica. Le scelte mirate alla base della produzione e l’imprenditorialità saggia e ben misurata della famiglia Santarelli trasformata in vino dall’arte enologica di Paolo Tiefenthaler, hanno permesso a Casale del Giglio di affermarsi come punto di riferimento della regione Lazio e a dimostrarlo è la sua capillare diffusione nella ristorazione capitolina, nelle grandi distribuzioni più curate e nelle migliori enoteche.

Numerosi sono stati gli operatori del settore che anche quest’anno si sono recati nella tenuta per il tradizionale tour dell’azienda dove, oltre ad ammirare tutto il processo di produzione delle più note tipologie di vino, hanno potuto godere di un panorama mozzafiato tra i vigneti e i viali costeggiati da alberi di olivo.

Durante la visita, numerose sono state le degustazioni di Vini. Quelli che piu ci hanno colpito, tra gli altri, sono stati:ù

 

Il Petit Manseng

“Forma superiore del Gros Manseng, presenta bacche particolarmente piccole dalla buccia spessa, che producono esigue quantità di mosto e possono restare sulla pianta fino ad autunno inoltrato, sì da concentrare lo zucchero con un processo di appassimento detto in francese “passerillage”.
L’interesse per le potenzialità di questa varietà è in continuo aumento nel nostro Agro Pontino, dove nasce a Le Ferriere (Latina) a circa 50 km a sud di Roma.”

 

 

Mater Matuta

“Rubino cupo, densissimo; al naso spiccano sentori balsamici, poi caffè scuro in grani, viola e marasca matura.
Emerge, infine, una forte speziatura di coriandolo, noce moscata e cannella.
Bocca che avvolge e seduce grazie ad una trama tannica perfetta e ad una ben integrata freschezza.
Finale fruttato e persistente.”

 

La visita alle cantine è stata un’esperienza unica, che vi invitiamo a rivivere navigando nella galleria di foto sotto:

 

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