Costruita tra la fine del XI secolo ed inizio XII secolo, sui resti di un più antico luogo di culto del X secolo, venne restaurata una prima volta dopo il terremoto del 1213 e successivamente affrescata e ristrutturata a partire dal XIV secolo.
É stata restaurata da pochissimo ed è davvero un bel recupero: interno a tre navate, divise da colonne dai capitelli dagli stili variegati, con volta a crociera e absidi semicircolari; interessante il tamburo della cupola che presenta un finto loggiato, gli affreschi del XII-XIIV secolo che sono ancora in loco (altri sono stati spostati nel Museo Diocesano di Gaeta), il bellissimo paliotto dell’Altare maggiore, costituito da un sarcofago (II-III secolo) raffigurante una Croce, decorata con rosette ed elementi geometrici, posta tra due candelabri accesi sostenuti da due ippogrifi. Non mancate di osservare, all’esterno, la cupola (fine XI-inizio XII secolo) che presenta il tamburo decorato con intarsi geometrici, in marmo, in stile bizantino.
Dall’ultimo restauro effettuato, sono emerse tracce di affreschi che vanno dal XII al XIV secolo.
La particolarità della maggior parte di questa decorazione pittorica rilevata nell’ultimo restauro della chiesa sono tracce di affreschi presenti sulle colonne, risalenti al XII secolo.
La chiesa di San Giovanni a Mare di Gaeta non è l’unico caso nella storia dell’arte in cui si ha la presenza di colonne affrascate. Basta infatti recarsi a Betlemme, nella basilica della Natività, anch’essa restaurata di recente, dove si può ammirare il colonnato della navata centrale ancora intatto, o restando in territorio italiano a Lodi nella chiesa di San Francesco.
Della decorazione a fresco delle colonne di San Giovanni a Mare,un esempio è questa Madonna affrescata sulla prima colonna a destra della controfacciata della chiesa,l’iconografia della Vergine che possiamo qui ammirare, con lo sguardo fisso nel vuoto in posizione frontale è tipicamente romanica. Affrescata da un anonimo maestro del XII secolo, la Vergine è qui raffigurata come una regina. Non a caso, come ha sostenuto anche Jacque Le Goff, l’immagine che di Dio era diffusa era quella di Dio visto come Rex e Dominus,Re e Signore, dando in questo modo un’immagine della chiesa vista come un Palazzo Reale, ove re e imperatori sono raffigurazioni terrene di Dio.
Con gli affreschi qui presenti, Gaeta offre un importante contributo alla storia dell’arte italiana: una pagina di storia della nostra civiltà artistica che va ad ampliare i tesori dell’arte italiana, che non smette mai di rivelarci sorprese.
Contributo e foto di Rosaria Abbate – Associazione Culturale “Amante Sponde”