“In questi giorni stiamo assistendo ad una valanga di notizie non sempre vere relative al trasferimento dell’Istituto “Fermi” dalla sede di Piazza Trieste a quella di Via Calegna, alcune talvolta faziose.
E’ bene precisare che la notizia vera è che il TAR ha respinto l’istanza di sospensiva presentata da un comitato di docenti, genitori ed alunni del “Fermi”, sospensiva rivolta alla nota emanata dalla Provincia il 28 luglio 2014 che proponeva di avviare le procedure tecnico-amministrative per attuare 1) il trasferimento di arredi e dotazioni scolastiche del Liceo Scientifico “E. Fermi” presso la sede di Via Calegna; 2) ll trasferimento di parte degli arredi e dotazioni scolastiche dell’Istituto “Caboto” presso l’immobile lasciato dal “Fermi”, compatibilmente con modalità e termini di attuazione dell’intervento di cui al punto 1.
La notizia non vera è che la sentenza su citata prevede automaticamente il trasferimento del “Fermi” a Via Calegna in quanto, dal 28 luglio ad oggi, molte condizioni sono mutate o meglio sono state evidenziate. Infatti, in data 12 settembre 2014, la Provincia ha inviato, a seguito della relazione del responsabile della sicurezza del “Fermi” che evidenziava l’impossibilità dello stabile di Via Calegna a contenere tutti gli oltre 600 studenti nonché la mancanza di uffici e tutte le aule speciali, una nota in cui precisava che detto immobile poteva accogliere contemporaneamente circa 200 alunni oltre uffici ecc, se usato come succursale fino a circa 300 alunni. Inoltre anche la Regione Lazio ha sottolineato (prot.54996 del 3/10/2014 inviata alla Provincia di Latina e per conoscenza al Direttore Scolastico regionale e ai Dirigenti Scolastici degli Istituti coinvolti) che la nota del 28 luglio risulta “tardiva e non conforme a quanto deliberato da due pubbliche amministrazioni” senza considerare “il danno che verrà arrecato agli studenti proprio all’inizio dell’attività didattica del nuovo anno scolastico”.
Alla luce di tutto ciò le ”modalità e termini di attuazione dell’intervento di cui al punto 1” sopra citate sono automaticamente accettate come impraticabili o la Provincia farebbe sistemare più di 600 alunni in uno stabile che ne può contenere fino a circa 300, mettendo in discussione le norme tecniche relative all’edilizia scolastica e le norme sulla sicurezza?
Restiamo in attesa di sviluppi ulteriori ribadendo che il problema dell’edilizia scolastica di Gaeta non si può risolvere favorendo un Istituto a danno di un altro”.
fonte: comunicato del Comitato