Ti sei perso la puntata de “Il Tempo e La Storia” andato in onda il 6 marzo dedicata all’ultimo assedio di Gaeta avvenuto tra il 1860 ed il 1861?
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Un documentario girato nella città del Golfo che ripropone i difficili 100 giorni gaetani, preludio della caduta del Regno delle Due Sicilie. Si tratta infatti dell’ultimo episodio dei combattimenti tra l’Esercito delle Due Sicilie e quello del Regno di Sardegna, susseguenti l’impresa dei Mille e l’invasione del Regno delle Due Sicilie da parte di quest’ultimo. Fu un momento fondamentale del processo di conquista del Regno delle Due Sicilie, che portò alla proclamazione del Regno d’Italia nel corso del Risorgimento italiano.
L’ultimo Re borbonico Francesco II e la sua consorte Maria Sofia di Baviera avevano lasciato Napoli ed erano giunti a Gaeta il 7 settembre 1860. Tale decisione era maturata per la volontà del sovrano da un lato di risparmiare alla capitale Napoli le rovine della guerra; dall’altro alla precisa strategia di difesa che vedeva la linea Volturno – Garigliano, supportata dalle due fortezze di Capua e Gaeta. Le ostilità via terra contro i borbonici rifugiati in Gaeta ebbero inizio l’11 novembre 1860, anche se il vero e proprio assedio iniziò il 13 novembre 1860. Lo scontro tra l’esercito borbonico e quello piemontese fu cruento. L’assedio durò 102 giorni, di cui 75 trascorsi sotto il fuoco piemontese. Il 13 febbraio 1861 venne firmato l’armistizio. Tra tutti gli assedi subiti da Gaeta, nella sua millenaria storia di fortezza militare fin dall’846, questo fu il più ingente per i mezzi militari impegnati. Il numero ufficiale delle vittime di questo assedio furono: tra le file piemontesi 46 morti, 321 feriti, 0 dispersi; tra le file borboniche 826 morti, 569 feriti, 200 dispersi.
Gaeta Medievale ed in particolare il suo centro storico ed il Castello Angioino – Aragonese hanno accolto la troupe di RAITRE con i paesaggi mozzafiato ed i suggestivi angoli di grande storia che li caratterizzano. Le riprese hanno interessato anche gli ambienti del Museo Diocesano, e la collezione di armi d’epoca e di proiettili cavalli rarissimi, di proprietà del sommozzatore e cultore di storia locale Salvatore Gonzales.
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